Illegio (Ud) 13 maggio - "Oggi possiamo affermare che Illegio è
capoluogo regionale grazie a quello che è stato realizzato e alla
capacità di aprire, non solo il cuore, ma anche il nostro
territorio a decine di migliaia di persone facendo conoscere
questo luogo straordinario tramite l'impegno che avete profuso".
Lo ha dichiarato il governatore del Friuli Venezia Giulia
Massimiliano Fedriga intervenendo, oggi, all'inaugurazione di
'Padri e figli', 15esima mostra internazionale di Illegio.
"Sarebbe stato molto più facile scegliere una grande città della
nostra regione dove realizzare la mostra invece, dal 2004, siete
riusciti con convinzione a coinvolgere oltre 350mila visitatori
in questo piccolo borgo alpino", ha ribadito Fedriga
sottolineando la capacità del Comitato di restituire attraverso
l'arte, i valori.
"Attraverso le opere selezionate gli organizzatori sono riusciti
a trasmettere dei valori che altrimenti andrebbero perduti e
questo è uno degli elementi di forza di questa esperienza. Il
vostro ruolo è di grande rilevanza nella nostra regione ed è un
contributo per tenere vive le nostre comunità".
In quest'ottica il governatore ha assicurato il supporto della
Regione "perché preservare le nostre comunità e i nostri valori è
fondamentale".
La paternità riuscita, imperfetta o assente, umana e divina è
stato il tema dell'evento dedicato a un legame decisivo nella
vita dell'uomo, alla sua crisi e alla sua riscoperta. Un tema
mediato attraverso sessanta opere d'arte italiane ed europee con
alcuni inediti capolavori partendo dai cicli narrativi su cui è
fondata la civiltà occidentale: la mitologia classica, la Sacra
Scrittura, le vite dei santi, la letteratura cavalleresca e
romantica, il teatro e la poesia.
L'esposizione, organizzata dal comitato di San Floriano, è stata
aperta dal monsignore e socio fondatore Angelo Zanello e dal
direttore del comitato di San Floriano Mirco Mastrorosa ed è
proseguita, accompagnata dal coro giovanile regionale del Friuli
Venezia Giulia diretto da Petra Grassi, con il saluto del sindaco
di Tolmezzo Francesco Brollo che ha sottolineato il miglioramento
continuo e costante dell'offerta culturale e artistica della
mostra.
Il nuovo presidente del Comitato, Claudio Siciliotti, ha
rimarcato invece come, per la prima volta nella storia di
Illegio, il presidente sia un laico: "segno di lungimiranza".
Fra le novità dell'organizzazione anche l'apertura della
governance ad altri soci con la precisa volontà di inclusione
"una scelta che significa attribuire valore alla diversità", ha
evidenziato il nuovo presidente ricordando anche l'ulteriore
nuovo elemento rappresentato dal rapporto con la cultura e il
mondo dell'impresa. "Il legame fra arte e impresa - ha precisato
Siciliotti - è lievito per la crescita culturale e sociale della
comunità". Da questa edizione infatti 30 aziende, ovvero gli
ambasciatori dell'evento, sosterranno la mostra e
l'accompagneranno fino ad ottobre.
Il curatore don Alessio Geretti ha illustrato l'esposizione
descrivendone le opere con una lettura rivolta all'incanto della
paternità "qualcosa di semplice e grandioso nel contempo", ha
affermato. Si è soffermato sulla storia di Laocoonte e su alcune
opere della mostra che rammentano "una originalissima convinzione
della nostra religione cristiana dove anche Dio è Padre".
Don Geretti ha ricordato come attraverso un viaggio in
ventiquattro secoli di storia, dal IV secolo avanti Cristo fino
al Novecento, l'esposizione vuole fare riflettere su cosa
significa diventare padre e essere figli, vuole altresì
approfondire come al cuore della rivelazione cristiana ci sia la
scoperta di un Dio che è padre e che intende estendere a tutti
coloro che si lasciano adottare la sua amorosa paternità.
"La mostra - ha detto don Geretti - vi aiuta a vivere e vi fa
uscire con domande, intuizioni e desideri. Non tutti diventiamo
padri ma tutti ci portiamo un padre dentro".
Le opere più antiche esposte sono il Cratere apulo a colonnette
raffigurante il distacco di Ettore da Andromaca e dal figlio
Astianatte, da Ruvo di Puglia, come pure il gruppo scolpito con
Enea, Anchise ed Ascanio, dal Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia a Roma, risalgono al 400 a.C. circa mentre fra le più
recenti troviamo Il ritorno del figliol prodigo di
André-Jean-Bernard Monchablon e Edipo piange sui corpi dei suoi
figli di Gabriel-Jules-Charles Girodon, rispettivamente del 1903
e del 1912.
Simbolo della mostra è un capolavoro noto al mondo intero, il
"Laocoonte", opera di tre maestri provenienti da Rodi, presente a
Illegio attraverso una sua magistrale replica voluta dai Musei
Vaticani e oggi conservata a Bilbao in Spagna ma i visitatori
possono ammirare, fino al 7 ottobre, anche Antonio Carracci (La
caduta di Icaro), il Tintoretto (Sacrificio di Isacco), Edouard
Toudouze (Addio di Edipo ai cadaveri di sua moglie e dei figli),
il Guercino (Banchetto in casa di Assalonne) e ancora Mattia
Preti (Fuga di Enea da Troia), Bernardo Strozzi (Isacco benedice
Giacobbe), Matthias Stomer (Tobia cura suo padre) per continuare
con Carl Loth (Tobia cura il padre) Orazio Riminaldi (Dedalo e
Icaro), Vittore Carpaccio (Padre benedicente e angeli), Vassily
Verchtchaguine (la visita al padre carcerato) e Alfred Guillou
(Adieu).
Compongono il percorso espositivo - che annovera tra i partner
istituzionali il Ministero per i Beni e le Attività culturali e
il Turismo, la Regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismoFVG e
l'Ente regionale patrimonio culturale (Erpac) - opere provenienti
da importanti musei pubblici e da collezioni private, italiani ed
esteri.
ARC/LP/ep