23.8.2013 10:38

RESISTENZA: SERRACCHIANI, LA CASERMA PIAVE SARÀ MUSEO REGIONALE

Trieste, 23 ago - L'iniziativa del Comune di Palmanova ''ha messo in luce l'esigenza del Friuli Venezia Giulia di creare il Museo regionale della Resistenza e questa è una sede straordinaria, anche perché ricorda le tragedie purtroppo qui avvenute''. È quanto ha dichiarato la presidente della Regione Debora Serracchiani al termine della visita alle quattro celle restaurate delle dieci che nella Caserma Piave ancora conservano le tracce del passaggio di uomini e donne qui imprigionati per essere interrogati, torturati ed uccisi. Con la presidente anche il sindaco di Palmanova Francesco Martines che ha poi preso parte al dibattito seguito alla visita della Caserma. ''La Regione è pronta a fare la sua parte affinché la Caserma Piave possa diventare sede di un Museo regionale della Resistenza e si farà carico di sostenere questo progetto accanto alle altre istituzioni'', ha affermato la presidente intervenendo alla serata di inaugurazione dell'iter di conversione della Caserma in sede museale. ''Questo è un luogo della memoria che deve essere preservato e valorizzato. Farne un museo - ha aggiunto Serracchiani - non significa solo salvaguardare un contenitore, ma riempirlo di contenuti importanti con cui continuare a fare ricerca per dare testa e gambe alla storia''. ''Troppe generazioni di giovani - ha evidenziato - non conoscono le atrocità attraverso cui l'Italia è passata per conquistare la propria democrazia e troppo spesso a scuola non c'è tempo per la necessaria riflessione sugli anni della Resistenza''. Un motivo in più, secondo Serracchiani, per ''recuperare quelle radici e comprenderne le ragioni profonde, perché il Paese non cada nell'errore di pensare che sia sempre possibile barattare la legalità con qualcosa d'altro''. Prima del dibattito la presidente aveva visitato le celle in cui, tra il settembre 1944 e i primi giorni dell'aprile 1945, furono torturate ed uccise 465 persone tra uomini e donne, partigiani e civili. Tutti fatti ripercorsi nel libro ''Repressione antipartigiana in Friuli. La Caserma Piave di Palmanova e i processi del dopoguerra'', presentato dall'autrice Irene Bolzon che ha ricostruito otto mesi di storia a partire dai documenti processuali. Il progetto di massima per fare della Piave una sede museale con finalità didattiche ed in rete con i vicini ex campi di concentramento di Visco e Gonars, è già pronto ed un ordine del giorno a sostegno dell'iniziativa verrà presentato al Consiglio regionale ed al Consiglio provinciale di Udine. La Caserma Piave fu sede di uno dei più importanti centri di repressione antipartigiana e nei giorni successivi alla liberazione moltissimi furono i resti di corpi umani ritrovati dalle forze alleate inglesi nei pozzi neri della Caserma e interrati all'esterno della città. Delle vittime, 231 sono attribuite alla banda Borsatti e 234 alla banda Ruggiero, le due figure di spicco nella cruenta operatività della Caserma. Oltre a queste si ritiene che circa altre 700 persone vennero imprigionate e torturate per un totale di oltre un migliaio. Nella Piave trovò la morte, dopo atroci torture, anche Silvio Marcuzzi, nome di battaglia ''Montes'', fondatore e guida dall'autunno del 1943 dell'"Intendenza Montes'', una complessa e fondamentale organizzazione della Bassa Friulana impegnata nelle azioni volte a garantire rifornimenti ai partigiani che combattevano in montagna. ARC/Com/LVZ