Udine, 4 feb - "Per il Friuli Venezia Giulia e per tutte le
regioni adriatiche un collegamento ferroviario ad alta
velocità/alta capacità lungo la dorsale adriatica significherebbe
avere una portualità più competitiva, un sistema su rotaia più
efficiente e la possibilità di sfruttare sino in fondo
l'Autostrada del Mare che insiste proprio sull'Adriatico".
Lo ha ribadito oggi la presidente del Friuli Venezia Giulia,
Debora Serracchiani, incontrando ad Udine il direttore del
quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe de Tomaso, che
in questi mesi sta promuovendo l'iniziativa "Treni ad alta
velocità sulla dorsale Adriatica" da Lecce a Trieste,
coinvolgendo anche le amministrazioni regionali e locali che si
affacciano sull'Adriatico.
"Un'adeguata connessione ferroviaria, sia per il traffico
passeggeri ma anche e soprattutto per quello commerciale,
strategico per le percorrenze delle merci superiori agli 800
chilometri - ha osservato Serracchiani - sarebbe fondamentale
anche nell'ottica della progettualità Adriatico Ionica, nella
quale proprio il Friuli Venezia Giulia guida il cosiddetto
pilastro, cioè il programma dedicato ai trasporti ed alle
infrastrutture, che per il Friuli Venezia Giulia è di basilare
importanza.
Dunque una dorsale ferroviaria dal Friuli Venezia Giulia alla
Puglia, se non da subito ad alta velocità almeno migliorata ed
ammodernata, con la possibilità di utilizzo delle reti FS
esistenti riqualificate e di treni abilitati al transito su
percorsi già adeguati all'alta velocità "per il servizio del
traffico passeggeri, per tenere unito l'intero Paese, dal Nord al
Sud, e di quello merci, con l'obiettivo, fondamentale anche per
il Friuli Venezia Giulia, di rendere nuovamente competitivi i
porti adriatici, in grado di intercettare ed attrarre i traffici
da e per il Nord ed il centro Europa", ha rilevato la presidente.
L'impegno comune delle Regioni adriatiche è ora confermato (dopo
aver ottenuto l'avvallo anche di sei ministri, tra cui quello del
ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi) per un'azione del Governo
italiano nei confronti dell'Unione europea, allo scopo di
finanziare un'opera che di fatto rappresenterebbe il
proseguimento meridionale dell'asse ferroviaria Baltico
Adriatico, non più dunque solo, passando dall'Austria per Friuli
Venezia Giulia e Veneto, verso Bologna e Ravenna ma andando a
proseguire verso Ancona e Bari.
ARC/RM