2.6.2014 10:52

2 GIUGNO: SERRACCHIANI, LE RIFORME SONO UN'ESIGENZA EUROPEA

"È sempre più evidente che si devono ritrovare e rafforzare i legami tra i popoli e le istituzioni europee che li rappresentano, pena un ulteriore pericoloso affievolirsi dello spirito federalista che è stato essenziale per la nascita dell'Unione europea".

Trieste, 02 giu - "Dobbiamo cogliere seriamente la circostanza di questa Festa, per riprendere nelle nostre mani il destino della Repubblica, strappandolo dalla sfiducia e dal rischio del declino. Risollevare il nostro Paese al rango che merita significa anche poter adempiere la nostra missione di costruttori dell'Europa".

Lo ha affermato oggi a Redipuglia (Gorizia) la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, a margine delle celebrazioni per la Festa della Repubblica che si sono tenute presso il Sacrario. Per Serracchiani "oggi più che mai siamo tutti obbligati moralmente e civilmente a rendere operanti quei principi che, inscritti nella nostra Carta costituzionale, fanno dell'Italia una democrazia vera e vitale. Lavoro, equità, merito e onestà siano sempre le luci che guidano a ogni livello coloro che che il popolo ha indicato a rappresentarli e a governare".

"L'Europa, posta di fronte ad un appello che la mette radicalmente in discussione - ha proseguito - rimane il nostro orizzonte storico e politico. Ma appare sempre più evidente che si devono ritrovare e rafforzare i legami tra i popoli e le istituzioni europee che li rappresentano, pena un ulteriore pericoloso affievolirsi dello spirito federalista che è stato essenziale per la nascita della Ue. La volontà di riformare il nostro Paese, espressa con chiarezza dal Governo, è un'esigenza a livello continentale".

"In questo complesso frangente, dai pericoli interni ed esterni ci garantisce la fedele vigilanza delle Forze Armate in armonia con gli altri Corpi di sicurezza dello Stato, e agli uomini e alle donne che quotidianamente in Patria e in terre lontane compiono il loro difficile dovere va la nostra riconoscenza. Affrontiamo la necessità di una revisione delle spese militari con la consapevolezza che il dispositivo di difesa è razionalizzabile ma - ha concluso - non comprimibile indefinitamente".

ARC/Com/RM