11.7.2014 19:59

SANITÀ: SERRACCHIANI, SULLA RIFORMA CI METTO LA FACCIA

Gorizia, 11 lug - "Quello della sanità è un tema che non ha colore politico: in questa regione sono vent'anni che non si fa una riforma, mentre nel frattempo sono cambiati sia la medicina che i cittadini, con l'invecchiamento della popolazione, e sono cambiate quindi le loro esigenze e i loro bisogni di salute. Una politica che non decide non ce la possiamo permette. Io su questa riforma, su cui abbiamo lavorato duramente per un anno, ci metto la faccia. E sono qui oggi per dimostralo".

Così la presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha voluto oggi spiegare in Consiglio comunale a Gorizia la riforma della sanità in Friuli Venezia Giulia, in occasione di una seduta straordinaria dell'assemblea per affrontare le prospettive per l'Isontino e in particolare la decisione di chiudere il punto nascita di Gorizia.

Accolta dal sindaco di Gorizia Ettore Romoli, la presidente è intervenuta in Consiglio assieme all'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, e al direttore centrale Adriano Marcolongo.

"Sono pronta - ha detto la presidente Serracchiani - a tornare ogni mese in quest'aula e a incontrare i cittadini di Gorizia per confrontarmi e informarli sul percorso della riforma". "Ogni città e Gorizia oggi in particolare - ha detto la presidente al termine degli interventi dei capigruppo consiliari - ha bisogno di trovare una sua vocazione territoriale. Questa è la vera sfida. Non sarà certo un punto nascita che potrà far invertire il declino". "Non è vero - ha spiegato - che la riforma parte da Gorizia con la chiusura del punto nascita, perché sono state assunte già decisioni importanti: la centrale unica del 118, la riconversione dell'ospedale di Maniago. Ci sarà un'ulteriore riduzione dei punti nascita sulla base di un'analisi del flussi dei parti. A Gorizia siamo dovuti intervenire subito per ragioni di sicurezza, perché ormai il numero dei parti era ben al di sotto dei parametri stabiliti nel Patto sulla salute tra il Governo e le Regioni".

"Rispetto agli anni '90 - ha precisato ancora - è cambiata la medicina, con la drastica riduzione delle giornate di degenza, e sono cambiati i cittadini. Non abbiamo più bisogno di tanti posti letto per acuti, che sono utilizzati spesso in regione al 50 per cento, mentre i cittadini li devono pagare al cento per cento del loro costo". "È carente invece - ha aggiunto - l'assistenza territoriale, ed è carente soprattutto nell'Isontino. Mancano posti nelle RSA, posti per lungodegenti, servizi a domicilio per i disabili e i malati di Alzheimer, lasciando l'assistenza spesso a totale carico delle famiglie. Con la riforma vogliamo invertire questa tendenza, integrando ospedale e territorio e spostando le risorse verso l'assistenza territoriale. Siamo la prima Regione italiana a farlo".

Rispondendo ad alcune preoccupazioni espresse in aula, la presidente ha garantito che l'ospedale di Gorizia "non verrà spogliato delle sue funzioni" e che "l'efficienza dei servizi sarà garantita". Ha inoltre spiegato che, a fronte della chiusura del punto nascita, è già attivo un "percorso nascita" per garantire l'assistenza completa prima e dopo il parto alle neo mamme. È inoltre già pronta, ha assicurato, la convenzione da sottoscrivere con l'ospedale di Sempeter in Slovenia per poter partorire oltreconfine. Sono inoltre in corso contatti con la Repubblica di Slovenia perché i nati a Sempeter possano essere registrati all'anagrafe di Gorizia.

ARC/PF