22.11.2014 14:45

ESULI: SERRACCHIANI, IL FVG HA CHIESTO AL GOVERNO LA RIAPERTURA DEL TAVOLO

"La Regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto formalmente al Governo che sia riaperto, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Tavolo di Coordinamento governativo con le Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, per riprendere l'esame congiunto delle problematiche aperte e dei possibili progetti futuri".

Trieste, 22 nov - "La Regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto formalmente al Governo che sia riaperto, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Tavolo di Coordinamento governativo con le Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, per riprendere l'esame congiunto delle problematiche aperte e dei possibili progetti futuri".

Lo ha annunciato oggi a Trieste la presidente della Regione Debora Serracchiani introducendo il convegno "Il confine orientale dal Memorandum di Londra all'allargamento dell'Unione europea: pensieri, azioni ed omissioni nella difesa degli interessi nazionali in Istria", promosso nell'ambito delle iniziative per il sessantesimo anniversario di fondazione dell'Unione degli Istriani.

Dopo aver ricordato "la responsabilità di conservare il retaggio, l'impegno per l'affermazione dei diritti, lo studio e l'opera di divulgazione della storia e della cultura dell'Esodo, che le associazioni degli esuli continuano a svolgere", Serracchiani ha indicato che "a fianco delle associazioni sempre di più le istituzioni devono farsi carico di perseguire questi fini, per garantire che lo spirito della legge istitutiva del Giorno del Ricordo non abbia ad affievolirsi e spegnersi con il succedersi delle generazioni".

"La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che è sorta proprio dall'amputazione postbellica, intende assolvere a questo compito, non solo - ha precisato Serracchiani - in quanto giusto e in linea con le leggi dello Stato, ma anche in segno di riconoscenza verso tutti quegli esuli che, perduta la terra natia, qui decisero di fermarsi a ricostruire i loro focolari, contribuendo con il loro sacrificio e con il loro ingegno al progresso di tutta la nostra comunità".

Nel suo intervento, Serracchiani si è soffermata anche sul "lungo elenco dei silenzi e delle omissioni dei Governi succedutisi nei decenni, consumati proprio ai danni di coloro su cui ricadde più duramente la colpa di aver perso una guerra sciagurata. Schiacciati tra la Realpolitìk dell'Italia ai Tavoli dei vari trattati e la perdurante influenza della contrapposizione dei blocchi, gli esuli sono divenuti quasi un 'popolo senza storia'. La loro emersione è stata possibile solo a fronte del dileguarsi delle ideologie e del crollo degli Stati che pretendevano di inverarle: il parallelo concretizzarsi dell'idea di Europa ed il suo benefico contagio hanno compiuto un'opera di salutare 'normalizzazione' anche nei confronti dell'approccio ai drammi dell'Italia contemporanea".

La presidente della Regione ha quindi segnalato "l'errore che si commette più frequentemente e in modo spesso volontario, cioè quello di ingabbiare gli eventi della storia e di traslocarli a parlare nel presente, disponendoli ad essere strumenti di dispute politiche che poco o nulla hanno a che fare con quanto accaduto nel passato, tantomeno con le persone che quel passato vissero, anzi patirono".

"Non ci nascondiamo che il dolore, e talvolta il comprensibile risentimento degli esuli, - ha continuato Serracchiani - è stato volta a volta blandito o demonizzato, comunque strattonato, troppo spesso ingannato con fini non nobili". "Ma a chi incarna pro tempore le istituzioni, al di là di qualunque appartenenza politica, tocca l'alto compito di rispettare quel dolore, così come di raccoglierlo e distillarlo in insegnamento di giustizia, trasmettendone la lezione avvenire. E questa lezione sia: nessun oblio, non più odio né rancore".

ARC/Com/RM