6.6.2015 15:31

ECONOMIA: SERRACCHIANI, UDINE E IL FVG DEVONO COSTRUIRE IL LORO DOMANI

Presentata l'Agenda del Futuro Udine 2024.

Udine, 6 giu - Udine area metropolitana dovrà investire in migliori interconnessioni col suo territorio, rafforzare l'integrazione università-imprese e valorizzare le peculiarità turistiche, storiche e ambientali: queste le prime indicazioni dell'Agenda del Futuro Udine 2024, progetto promosso dalla Camera di Commercio di Udine - Friuli Future Forum (FFF), che ha avviato un progetto di scenario con il Comune, il coinvolgimento di Regione e Università e il coordinamento scientifico di OCSE Parigi.

Un progetto di prospettiva per l'area udinese e il Friuli Venezia Giulia, ha osservato oggi a Udine in conferenza stampa la presidente della Regione Debora Serracchiani assieme al presidente della Camera di Commercio udinese Giovanni Da Pozzo, al sindaco di Udine Furio Honsell e al project manager di FFF Renato Quaglia, "che la Regione già sta realizzando, ad esempio con la riforma del sistema territoriale in una concezione più vasta", affinchè le diversità non rischino di essere solo un legame.

"Il Friuli Venezia Giulia - ha osservato Serracchiani - ha bisogno di un approccio differente rispetto al nostro futuro: siamo stati sin qui troppo abituati ad attendere questo futuro, mentre abbiamo invece bisogno di riappropriarci del nostro sistema, che è mancato anche nel modo di governare".

Dunque, "stiamo costruendo una mappa di quello che siamo e di cosa vogliamo, con una diversa consapevolezza e con la necessità di dover raccogliere alcune sfide. In questo contesto la nostra Specialità non deve essere più un alibi, ma deve essere interpretata come modello di responsabilità, per cercare di fare più e meglio, e pertanto risultare utili al Paese".

Un modello di responsabilità e sviluppo, ha aggiunto la presidente, che non può fare a meno di una proiezione e una visibilità internazionali. E in questo senso Serracchiani ha voluto ribadire che il Friuli Venezia Giulia ha già dei propri riferimenti di stampo macroregionale, che si coniugano con l'Euroregione Senza Confini, con la Strategia Europea Adriatico-Ionica, con i programmi di Cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia e Italia-Croazia.

Udine può diventare, come è stato anticipato oggi, area metropolitana, città interconnessa e meglio coordinata con il suo territorio di prossimità. Investendo con convinzione sulle proprie peculiarità (ambiente, storia e cultura per un'offerta turistica di qualità riconosciuta) e su un sistema che ponga in forte relazione Università, centri di innovazione e imprese. Tutto questo, utilizzando in modo deciso la leva dell'Autonomia regionale, una Specialità da giocarsi fino in fondo e da rinegoziare con il Governo perché il Friuli e la regione intera diventino laboratorio di crescita per il Paese e luogo di sperimentazione, anche del sistema dell'istruzione, della formazione e dei servizi sociali, per produrre importanti effetti sulle capacità occupazionali e della produttività.

"È ormai chiaro - ha commentato Da Pozzo - che la visione esclusivamente localistica è insufficiente e va superata, ma anche che dobbiamo credere e investire nelle nostre peculiarità. L'invito forte che arriva dall'Agenda è che città e regione abbiano il coraggio di cambiare ancora, non fermarsi né accettare lo sconforto della crisi, perché ci sono potenzialità per invertire la rotta e creare un luogo inedito di sperimentazione dello sviluppo. Certo, continuano a emergere situazioni molto complesse in tante zone del nostro territorio e della nostra economia, che vanno affrontate presto e con visione".

"Dati alla mano - ha aggiunto il presidente dell'Ente camerale friulano - l'OCSE ci fa capire anche che la situazione del Friuli e del territorio udinese è migliore di altri territori simili in Italia ed Europa: significa che il Friuli ha affrontato la crisi in maniera più solida e ha evidenziato forte capacità di reagire. Ci sono nodi critici e situazioni delicatissime, ma ci sono anche molte potenzialità inespresse su cui invece lavorare quali, ad esempio, il turismo e l'attrattività storico-culturale di Udine e del suo territorio".

"Su questo piano - ha proseguito ancora Da Pozzo - OCSE indica per Udine la necessità di orientarsi verso un'area metropolitana e invita anche il territorio a relazionarsi a Udine per costruire un'unica area interrelata, che scambia e si completa nelle reciproche competenze. Si tratta di un indirizzo molto chiaro di OCSE: non è più il momento del fasin di bessoi (fare da soli), le sfide internazionali non consentono più la frammentazione".

"L'unione - ha evidenziato Da Pozzo - è una strategia dove tutti vincono e anche il metodo che abbiamo inaugurato con quest'Agenda è un primo passo che dà concretezza a quel fare sistema spesso rimasto solo parola. Come Camera di Commercio abbiamo rafforzato un ruolo di raccordo e stimolo allo sviluppo del territorio, facendo rete con Comune, Università e Regione perché per la crescita ci vuole una regia condivisa. Non solo, abbiamo esteso la rete alle categorie produttive e anche direttamente ai cittadini".

"Non è mai stato fatto nella nostra regione un lavoro come l'Agenda", ha aggiunto Quaglia: "solo Torino ha operato in maniera analoga. E comunque il metodo di Udine si è dimostrato innovativo e originale, l'ha evidenziato l'OCSE stessa". "Oltre ad aver raccolto e armonizzato una mole di dati sull'economia e la comunità, dati spesso dispersi tra archivi e sistemi diversi, i partner locali hanno voluto aggiungere l'ascolto diretto dei cittadini, rappresentanti di categorie, istituzioni, realtà scolastiche, sociali, culturali: 200 persone, studenti compresi, che seguendo un metodo scientifico definito da OCSE si sono messi fisicamente attorno a Tavoli di lavoro e hanno discusso ciò che è stata ed è oggi Udine, quali sono gli ostacoli allo sviluppo e quali le possibilità di crescita".

"Dal documento OCSE - ha indicato Quaglia - emergono quattro grandi futuri possibili, a seconda che Udine sappia reagire o no - e come - ai diversi andamenti dell'economia internazionale e delle riforme nazionali. L'OCSE ci avverte di stare attenti a ciò che la teoria economica e sociologica definisce declinismo: credere che le cose vadano peggio di quanto invece stanno andando. Il rischio è che quanto si percepisce diventi realtà a forza di convincersene, mentre abbiamo oggi una grande opportunità di invertire la rotta, una sfida per la nostra classe dirigente, che dev'essere in grado di gestire in modo sistematico, trasversale, lavorando unita in una direzione comune".

Il documento completo sarà presentato in una giornata-evento, martedì prossimo 9 giugno, con tre momenti: la mostra dei progetti di futuro elaborati dalle scuole, la presentazione di dettaglio dell'Agenda del futuro da parte degli analisti OCSE Mountford ed Emmerich e il dibattito con l'economista Alberto Alesina.

ARC/RM