9.11.2015 18:06

GRANDE GUERRA: SERRACCHIANI, UN'UNITÀ GRANDE E FORTE NELLA DIVERSITÀ

Inaugurata a Redipuglia la piazza delle Pietre d'Italia.

Redipuglia, 09 nov - "Le istituzioni e la popolazione del Friuli Venezia Giulia profondamente sentono di appartenere al Sacrario di Redipuglia; e lo sentono a loro volta proprio, con la tenace cognizione di affondare le radici nella carne e nel sangue di tutti i Caduti custoditi in questa collina di pietra".

"Per noi ricordare - ha infatti affermato oggi la presidente della Regione Debora Serracchiani a Redipuglia, "area sacra intrisa di pietà e spirito religioso" - significa ritrovare le ragioni di un'unità grande e forte, nata sotto il segno della pace, alimentata dal lavoro di uomini di buona volontà e cementata nel nome dell'ideale d'Europa, in cui continuiamo a credere come nostro unico orizzonte".

"Ecco allora che la Piazza delle Pietre d'Italia non solo simbolizza il concorso di tutta l'Italia allo sforzo bellico ma pure quello dell'unità nella diversità", ha aggiunto la presidente del Friuli Venezia Giulia, accanto al ministro della Difesa Roberta Pinotti e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Luca Lotti, inaugurando nei pressi del Sacrario che ospita oltre 100.000 Caduti il mosaico composto da 8.047 pietre, una per ogni comune del nostro Paese.

Un Friuli Venezia Giulia "che rilutta a piegarsi alle semplificazioni. Le vicende della storia qui non ebbero il volto univoco con cui si presentarono nel resto del nostro Paese", ha poi ricordato Serracchiani: "gli orrori che travagliarono questa terra non trovarono requie, quasi non bastassero i centomila Caduti che riposano di fronte a noi. Dopo la fine della Grande Guerra, per altri cinquant'anni fummo sulla linea di un confine vissuto troppo a lungo come frontiera militare. Quel confine lo passammo da invasori imbracciando le armi, e fu un atto che dovemmo ripagare misura per misura, anche dopo che le armi tacquero. Qui crebbe uno dei muri d'Europa".

E dunque, ha aggiunto Serracchiani, "non è facile spiegare cosa significhi per una terra essere, per quasi un secolo, campo di battaglia o comunque campo d'armi. Significa prima di tutto ricordare, ogni cosa. Ricordare il Carso e l'Isonzo, il San Michele e l'Audace. Ricordare che vi fu un tempo in cui Udine per l'Italia fu la capitale della Guerra mentre a Trieste e Gorizia le bandiere si abbrunavano per la morte di Francesco Giuseppe. Ricordare che dopo la Vittoria venne un regime che proibì alla popolazione slovena di parlare la propria lingua. Ricordare l'Esodo e Porzus".

Nel suo intervento la presidente ha quindi rimarcato come "l'Italia e i suoi valori di pace, democrazia e tolleranza siano qui sentiti in modo non retorico: il nostro tricolore ci emoziona e tocca nel profondo, perché sappiamo a quale prezzo sono state conquistate le libertà che custodisce, i diritti che conferma, la sicurezza che garantisce", e per questi motivi la Regione è riconoscente per l'intervento, atteso e tangibile, del Governo a salvaguardia e valorizzazione del Sacrario di Redipuglia, primo tra quanti saranno restaurati in occasione del Centenario della Grande Guerra.

Proprio con Redipuglia, infatti, il Governo avvia alcuni importanti interventi di recupero e valorizzazione dei sacrari italiani: "anche la pietà per i Caduti deve trovare il gesto d'attenzione che l'attesti pubblicamente e concretamente. Oggi lo Stato ha compiuto quel gesto doveroso e solenne, che avrà il suo seguito nel tempo", ha infine commentato la presidente Serracchiani.

ARC/RM